Fino a marzo scorso l’Europa ha messo in palio per la ricerca attraverso 200 bandi 14,5 miliardi dei 77 miliardi previsti da qui ai prossimi 4 anni nel piano Horizon 2020. E l’Italia, attraverso centri di ricerca, università e imprese – ne ha conquistati 1,176 miliardi.
Ma il nostro Paese resta ancora lontano dalle potenze della ricerca: Germania e Inghilterra ne hanno conquistati il doppio, rispettivamente 2,574 e 2,172 miliardi.
Il Piano varato con ritardo lo scorso 1° maggio dal Cipe allinea le strategie e le priorità a quelle europee proprio per provare a migliorare le nostre performance; da qui l’aspettativa che il sistema della Ricerca Italiano riuscirà nel prossimo anno ad aggiudicarsi circa il 10% delle risorse stanziate.
Dai risultati delle “call” europee finora pubblicate siamo forti in alcuni settori della ricerca industriale: dallo spazio con il 14,3% dei fondi totali conquistati, ad alcune linee di ricerca sulle nanotecnologie arrivando al 12% degli stanziamenti totali, fino ai bandi previsti per le Pmi (al 10%) su cui finalmente le nostre piccole e medie imprese hanno deciso di mettersi in gioco. Sempre sopra la nostra media anche i risultati sui bandi per la ricerca agroalimentare e quelli sui trasporti. Siamo invece indietro nei settori su cui l’Europa finora ha investito più risorse: dall’Ict dove abbiamo conquistato 135 milioni su 1,787 miliardi messi in palio finora (il 7,6%) alla salute (94 milioni su 1,291 miliardi: in pratica il 7,3%). Andiamo male su quella che una volta era definita la “ricerca di base”: il Consiglio europeo della ricerca ha stanziato finora 2,274 miliardi per i ricercatori più bravi, ma il budget sottoscritto dall’Italia è di soli 107 milioni (il 4,7%).
fonte sole24ore.it