Condividi:
News

SI CONCLUDE NEL MIGLIORE DEI MODI IL PROGETTO EUROPEO “ON THE FRONTIERS OF INTERCULTURAL CLASH AD DIALOGUE “ IN ARMENIA

Chilometri e chilometri di montagne innevate in pieno autunno. Paesaggi naturali incontaminati dove l’uomo sembra non essere riuscito a metterci del suo. Borghi di piccole città che danno l’impressione di essere stati trasportati direttamente negli anni ’60. Questa è solo una piccola descrizione dell’Armenia. Paese ad est dell’Europa, ai confini con Turchia, Georgia ed Azerbaijan, ma dove l’influenza russa è molto, molto forte. L’Armenia è anche il paese del vino. Non nel senso del monopolio della produzione, per carità, in quello Italia e Francia sono i primi in classifica. Ma del vino inteso in senso storico. L’Armenia è infatti il primo paese dove, storicamente, sono comparse le prime tracce del vino e del suo meccanismo di produzione attraverso la spremitura dell’uva.

Dal 23 novembre al 4 dicembre sono stato in Armenia, come membro della delegazione italiana partecipante al progetto europeo “On the frontiers of intercultural clash and dialogue”, un training course finanziato totalmente dalla Commissione Europea, basato sul dialogo interculturale europeo, ed organizzato da Abroadship, un’organizzazione senza scopo di lucro (NGO) inglese, in collaborazione con l’associazione italiana SOS Europa. Al corso hanno partecipato delegazioni di 11 Paesi europei, Armenia, Gran Bretagna, Italia, Ucraina, Spagna, Bielorussia, Georgia, Macedonia, Moldavia, Grecia e Lituania, inviando delegazioni di giovani professionisti.

Il corso si è svolto in un resort ad Aghveran, sulle montagne dell’Armenia a circa 2.000 chilometri di altezza, ed a 40 chilometri dalla capitale Erevan. I partecipanti, assieme al loro trainer, parlando completamente in lingua inglese, hanno appreso la situazione locale di ogni paese partecipante riguardo l’immigrazione, riguardo i rifugiati politici, le politiche di integrazione e le criticità dello scontro interculturale.

Attraverso il sistema dell’educazione non formale, inoltre, hanno conosciuto molto riguardo le usanze tipiche di ogni paese partecipante. Ci sono stati, infatti, tre giorni a tema  di “Intercultural night”, dove ogni delegazione ha potuto mostrare alle altre alcuni prodotti tipici locali, spiegarli agli altri partecipanti facendoli arricchire con un po’ di cultura del proprio paese. La delegazione italiana lo ha fatto nel migliore dei modi presentando una bottiglia di vino rosso, delle torte fatte in casa a base di frutta secca ed infine presentando i famosi taralli nostrani.

Negli ultimi giorni di corso, invece, sono state spiegate ai partecipanti nozioni base di europrogettazione. E’ stato mostrato loro come poter redigere al meglio un progetto europeo Erasmus Plus, come quello al quale stavano partecipando.

C’è stato, poi, un giorno libero dove le delegazioni dei paesi partecipanti hanno potuto visitare le bellezze dell’Armenia, in particolare la capitale Erevan, il tempio pagano di Garni e diversi santuari e chiese situate nelle altitudini delle montagne limitrofe.

La delegazione italiana, composta da tre ragazzi, giovani professionisti, è stata scelta dall’associazione Sos Europa (www.soseuropa.it), con sede a Roma. Sos Europa si occupa da tempo di euro progettazione, e questo in Armenia è solo uno dei numerosi progetti ai quali ha partecipato in qualità di partner. Il presidente Mattia Di Tommaso si ritiene molto soddisfatto di come stanno andando le cose. Ben presto sarà il turno dell’Italia, ed in particolare di Roma. Non aspettiamo altro che vedere delegazioni di diversi paesi europei venire a Roma per partecipare ad un corso di formazione, conoscere ed arricchire le loro conoscenze riguardo la nostra cultura italiana.

Di Giuseppe Ferone

Articoli correlati